I derivati e il contratto Future
Aggiornato al 22 novembre 2018
Il Future appartiene alla categoria dei derivati (Contratti a termine, Futures, Opzioni, Swaps), strumenti finanziari il cui prezzo dipende dall'andamento di altre attività finanziarie o reali, dette "sottostanti", che possono essere di diversa natura: commodities (come grano, caffè, cacao, petrolio), azioni e obbligazioni, indici di Borsa, valute, etc.
I contratti derivati vengono negoziati su mercati appositi, con modalità di compravendita simili a quelle delle azioni (compresa l'esistenza di un book).
I più noti sono: Cme, Eurex, Idem, Cboe, Cbot...
Gli strumenti derivati vengono utilizzati per tre diversi scopi: per effettuare operazioni di copertura, per speculazione o per arbitraggio. In un'ottica speculativa, grazie all'effetto leva comportano insieme rischio di perdite rilevanti e opportunità di ingenti guadagni.
Il contratto future
Il contratto Future è un impegno a vendere o comprare un sottostante al prezzo di mercato che esso avrà a una scadenza prefissata. Mantenendo il contratto sino alla scadenza si lucra quindi il guadagno, o ci si accolla la perdita, derivanti dalla differenza tra i prezzi di mercato all'apertura della posizione e alla scadenza del contratto.
Per comprare o vendere un contratto Future non è necessario versare l'intero controvalore del sottostante, ma basta un "margine", che può essere fisso o variabile, abitualmente intorno al 10-20% del controvalore medesimo.
Per i contratti Future aperti su mercati con valute diverse dall'Euro, per esempio sul CME di Chicago, il valore del contratto è in dollari, mentre i margini sono espressi in euro, e quindi soggetti a variazione anche per le oscillazioni del cambio.
Il margine che si versa per il mantenimento del contratto future e i successivi movimenti di reintegro hanno valuta al giorno successivo.
Trattamento fiscale
Sugli utili si applica la stessa tassazione prevista per il capital gain derivante dalla compravendita di azioni. Si noti che, anche se ogni giorno vengono effettuati movimenti di liquidità, in entrata o in uscita, per il mantenimento del margine, ai fini fiscali l'utile o la perdita si definiscono unicamente al momento della chiusura delle posizioni.
Il margine
Al momento dell'acquisto o vendita di un contratto future viene richiesto dall'intermediario un "margine" a copertura della posizione. Può essere una percentuale del valore del sottostante, come avviene per il future sull'indice FTSE MIB, o un valore fisso, come per il future sull'indice Dax.
Alla fine di ogni giornata di contrattazione, la Cassa di Compensazione preleva dalle controparti che stanno perdendo l'esatto ammontare da versare alle controparti che stanno guadagnando. I guadagni vengono così incassati (e le perdite detratte) giorno per giorno.
I guadagni possono essere ritirati con valuta al giorno successivo, mentre a seguito di perdite sarà obbligatorio reintegrare il margine impegnato, pena la chiusura forzata della posizione.